lunedì 9 settembre 2013

Puscifer - V Is for Vagina

Titolo: V Is for Vagina
Artista: Puscifer
Anno di pubblicazione: 2007
Nazionalità: California, USA

Il nome di Maynard James Keenan è presumibilmente conosciuto tra chi cerca nel metal un approccio cerebrale nonostante l'uso di sonorità alternative. Ovviamente mi sto riferendo a quel gruppone che sono i Tool e non agli A Perfect Circle, i quali, per fostruna o per sfortuna, mi hanno anche fatto un po' schifo (ho provato il solo Mer De Noms e non mi ha fatto venire voglia di provare Thirteenth Step).
Spendo che si tratta di un side-project e avendolo sempre immaginato come uno di quei lavori che un musicista fa più per distrarsi che per altro, non mi ci sono avvicinato pretendendo di trovarmi tra le orecchie un altro Lateralus. Certo, questo anche perché sapevo già che Puscifer è un progetto che si muove tendenzialmente in direzione industrial.
Appunto, di industrial si tratta: basi elettroniche dai battiti ossessivi nella migliore tradizione di gruppi come Godflesh epperò per niente artigianali (giusto perché se scrivo sintetiche sembra scontato) come possono suonare quelle di gruppi più vecchi (per fare un esempio negativo ogni tanto, gli Skrew). Insomma, direi che il punto di contatto più comprensibile siano i Nine Inch Nails.
Siamo sinceri, non ho mai apprezzato più di tanto le correnti industrial più ballabili e sintetiche: preferisco di gran lunga roba più grezza. Questo significa che un album di questo tipo difficilmente mi piacerà (anche se poi i Nine Inch Nails mi piacciono parecchio e mi è capitato di ascoltare ininterrottamente cagate come Star By Star dei Kovenant). V Is for Vagina è purtroppo un album che, nonostante una cura più che notevole e la presenza di pezzi che onestamente non mi spiacerebbe sentire se vado a ballare (Indigo Children e The Undertaker) non va oltre la sufficienza, anche perché non mi pare che aggiunga nulla di nuovo al genere. Per quel che riguarda i testi (che poi lo sappiamo tutti che Keenan è un gran paroliere) ho apprezzato parecchio quelli a contenuto religioso (Sour Grapes, REV 22:20), assieme a Trekka che nel suo incedere marziale mi ha colpito.
Con tutto questo, comunque, il brano che credo di aver preferito è quello decisamente meno industrial e più sfacciatamente alternative e soprattutto americano, vale a dire Momma Sed.
Ah, giusto, quando Keenan canta con voce da baritono vale davvero la pena di ascoltare, anche se non è espressivo come in Aenima o in Schism.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 5

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