domenica 30 settembre 2012

Fennesz - Endless Summer

Titolo: Endless Summer
Artista: Fennesz
Anno di pubblicazione: 2001
Nazionalità: Austria

Ricordate Black Sea? Ecco, toglietegli la capacità di adattarsi all'ambiente o di creare una vera e propria atmosfera e la classe con cui i glitch erano amalgamati alla musica. Insomma, si ottiene un disco di musica elettronica (con chitarra aggiunta) ambient (di quella tendenzialmente monotona, vedi in Happy Audio che però è uno dei pezzi più carini) in cui si sentono dei palesi errori di programmazione. Ora, se questo elemento può diventare un valore aggiunto (vedi appunto in Black Sea), qua la cosa non fa altro che appesantire l'ascolto (vedi un brano come Made in Hong Kong dall'andamento "a singhiozzo"). Nel male di cui parlo, però, almeno la title-track è piuttosto buona, grazie anche ad un bel lavoro di chitarra. Questo non spiega perché Endless Summer sia tra le pietre miliari di Ondarock. Non che essere pietre miliari di Ondarock voglia dire automaticamente essere un grande disco...
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 6

giovedì 27 settembre 2012

Killswitch Engage - The End of the Heartache

Titolo: The End of the Heartache
Artista: Killswitch Engage
Anno di pubblicazione: 2004
Nazionalità: Massachusetts, USA

Nonostante a mio tempo sia stato uno di quegli osceni metallari senza cervello, neppure all'epoca il metyalcore mi piaceva. Ciononostante continuo a pensare che sia brutto giudicare un intero genere su una serie di ascolti casuali, così mi sono permesso di provare un disco considerato, a quanto ho capito, tra i capisaldi del genere (di certo il gruppo è un'istituzione, forse però ho sentito parlare meglio del precedente e del successivo). Non senza una certa sorpresa, posso dire che mi è piaciuto parecchio: il lavoro di batteria è molto dinamico e riesce ad essere parecchio coinvolgenete (mai monotono od imponente come certi muri di doppio pedale che mi è capitato di ascoltare), le tipiche sonorità melodiche da metalcore non mi sono sembrate minimamente gratuite e trovo che siano ben calibrate per dare all'album un certo tono cupo e opprimente (mi sono venuti in mente gli At the Gates di Slaughter of the Soul) e soprattutto il lavoro di Howard Jones dietro il microfono è ottimo soprattutto grazie all'impiego della voce pulita (vedi la title-track, forse il brano migliore del disco). Apprezzabile anche il fatto che in generale i pezzi siano di breve durata (intorno ai tre minuti). Insomma, anche per chi certe cose non le ama si tratta di un disco fatto con criterio; se la uscite del genere fossero lo standard dei buoni dischi metalcore, forse non sarebbe un genere così bistrattato.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7

martedì 25 settembre 2012

Cancer Bats - Bears, Mayors, Scraps and Bones

Titolo: Bears, Mayors, Scraps and Bones
Artista: Cancer Bats
Anno di pubblicazione: 2010
Nazionalità: Canada

Hardcore, grind e una punta di sludge che non fa mai male. In altre parole un disco suonato a velocità folle con strumentazione iperdistorta e una voce sgolata che urla testi semi-intimisti; e c'è una cover dei Beastie Boys. Per gli appassionati di questo tipo di musica estrema si tratta di un disco imperdibile. Per i miei gusti non proprio: per quanto si tratti di un ascolto di durata normale (44 minuti), stiamo parlando di ben 14 tracce di circa tre minuti che non lasciano un attimo di respiro. Per carità, apprezzabilissimo dal punto di vista strumentale (e anche come testi non sono male), ma questo genere di sonorità le ho sempre perferite sfruttate in altra maniera (per rimanere in tema, citerei i Fucked Up)

Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 6.5

lunedì 24 settembre 2012

Experimental Audio Research - Beyond the Pale

Titolo: Beyond the Pale
Artista: Experimental Audio Research
Anno di pubblicazione: 1996
Nazionalità: UK

Experimental Audio Research è un gruppo aperto che fa capo a Peter Kember (membro fondatore degli Spacemen 3). Beyond the Pale fu il loro secondo album. 49 minuti di elettronica ambientale di quella che cerca di evocare uno situazione più che uno stato d'animo, con tanto di andamento "drammatico" dei brani (se lo intendiamo con presenza di momenti di tensione di rilassamento). Più che all'ambient più "tradizionale" (e qui intendo Brian Eno, Tetsu Inoue e simili), mi è venuto in mente Christian Fennesz (non per nulla l'austriaco avrebbe pubblicato il suo debutto l'anno dopo). Non è un ascolto immediatamente digeribile proprio per questo suo aspetto marcatamente sperimentale (certe sonorità ci avrebbero messo un po' per essere del tutto metabolizzate), ma se si apprezza un certto tipo di elettronica si tratta di un ascolto validissimo.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7.5

domenica 23 settembre 2012

Ani DiFranco - Out of Range

Titolo: Out of Range
Artista: Ani DiFranco
Anno di pubblicazione: 1994
Nazionalità: New York, USA

Cantautorato americano al femminile. C'è PJ Harvey, c'è Lydia Lunch, c'è Lisa Germano, c'è Leslie Feist e ce ne sono mille altre. Tutte si accomunao per il realismno dei loro testi e per le tematiche trattate. Queste tematiche sono spesso al limite del femminismo. Non che la cosa sia necessariamente un male, ma va presa in considerazione. Out of Range si fa notare per un impianto acustico tendenzialmente folk, non si fa mancare qualche suggestione da big band (How Have You Been che mi ricorda Laura Nyro), ci sono le ballate strappalacrime (Overlap, Letter to John e You Had Time) e i pezzi più irruenti (Face Up and Sing e soprattutto le due versioni della title-track), insomma c'è tutto quello che un disco cantautoriale dovrebbe avere. Privo della pesantezza di una Lisa Germano o di una PJ Harvey ma la cosa è positiva.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7

mercoledì 12 settembre 2012

D.O.A. - The Black Spot

Titolo: The Black Spot
Artista: D.O.A.
Anno di pubblicazione: 1995
Nazionalità: Canada

Hardcore punk veloce e pulito, dalla ritmica trascinante e dotato di un cantante di carisma dal timbro gutturale che ricorda un po' quello di Jello Biafra (senza il suo carisma e la sua vena di follia, però). Con l'aggiunta di testi ironici. Insomma, ha tutto quello che si potrebbe desiderare da un disco hardcore. Fa il suo compito e lo fa bene. Senza esagerare.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7

Unsane - Wreck

Titolo: Wreck
Artista: Unsane
Anno di pubblicazione: 2012
Nazionalità: New York, USA

Mi si obietterà che non ha poi molto senso com inciare ad ascoltare un gruppo con la loro ultima uscita, a dodici anni dal loro debutto. Mi spiace, il problema è che ho colto al volo l'occasione quando ho visto questa mano insanguinata in un negozio che vive di acquirenti di tutt'altro tipo (in effetti continuo a non capire perché là dentro ci sia anche una sezione metal). In ogni caso, per venire al disco in sé, Wreck è un disco di quelli che colpisco l'ascoltatore con una violenza inaudita grazie ad un suono estremo che unisce la brutalità dell'hardcore con il grezzume che esce da certi dischi noise degli anni '90. Più una certa tendenza a sonorità morbose e impastate che riportano alla mente subito i Flipper (e non è un caso che ci sia una cover di Ha Ha Ha in chiusura). La voce di CHris Spencer mi ha colpito molto: di solito gli urlatori non li gradisco particolarmente (David Yow è un caso a parte), ma nel caso specifico la sua prestazione vocale, al limite dell'agonia, fortifica parecchio l'atmosfera morbosa che emerge da tutto il disco (booklet compreso). Questo ovviamente non spiega la presenza di Stuck, unico brano di media lunghezza (sei minuti circa) che sembra un perverso incorcio tra Slint e Flipper. Uno dei pezzi migliori dell'album, tra l'altro.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7.5