domenica 26 agosto 2012

Daniel Givens - Age

Titolo: Age
Artista: Daniel Givens
Anno di pubblicazione: 2000
Nazionalità: Illinois, USA

In casi come questo credo che si possa parlare di commistioni tra jazz ed elettronica senza grossa tema di smentita. Non in tutto il disco (che tra l'altro dura un'ora e dieci minuti) è individuabile l'elemento jazzistico (vedi nell'iniziale Allies che è un testo recitato su una base elettronica), ma un pezzo come Acknowledgement sfrutta il sintetizzatore stesso come uno strumento d'improvvisazione jazzistico con esiti che, se proprio non si vogliono apprezzare, bisogna almeno riconoscere che sono notevoli. Si sente parecchio che si tratta di un musicista nero (come anche per DJ /rupture, del resto) soprattutto per l'uso della voce e certi effetti tribali che fanno molto "Mamma Africa" (vedi in Rotation), ma la cosa non è minimamente negativa. Si tratta di una segnalazione in più. Se si cerca un disco di musica elettronica sui generis e dotato di una personalità bella forte, ecco, Age di Daniel Givens è senza dubbio il disco che fa per voi. Davvero notevole.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7

DJ /rupture - Uproot

Titolo: Uproot
Artista: DJ /rupture
Anno di pubblicazione: 2008
Nazionalità: New York, USA

Avevo deciso di ascoltare questo disco perché spinto dalla copertina, ma in tutta onestà si è fatto apprezzare abbastanza poco: forse è l'influenza reggae parecchio marcata che non è certo tra le cose che preferisco o forse qualcosa d'altro, ma in generale mi è sembrato un disco di elettronica buono ma senza mordente, con delle idee ma privo della capacità di farti interessare ad esse. Insomma, come se mancasse una pur minima comunicazione tra l'artista e il pubblico. Più semplicemente, potrei avere scelto un luogo inadatto all'ascolto, visto che, riascoltandolo in sede di scrittura mi sembra un poco più interessante. Forse gli concederò un altro ascolto, in futuro. Ah, per chi volesse farsi comunque un'idea di cosa andrà ad ascoltare, è un misto di elettronica parecchio ritmata e reggae con una qualche spruzzata di hip hop nelle parti cantate che si adatta molto bene alle "basi". Dal punto di vista della produzione mi sembra ottimo.

Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 6.5

Nerorgasmo - Nerorgasmo

Titolo: Nerorgasmo
Artista: Nerorgasmo
Anno di pubblicazione: 1993
Nazionalità: Italia

Appunto, la scena hardcore di Torino. Punk hardcore nichilista e opprimente, con qualcosa che mi ricorda gli Swell Maps. Tra i migliori album italiani di sempre. Niente altro da dire.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 9

Cibo - Appetibile

Titolo: Appetibile
Artista: Cibo
Anno di pubblicazione: 2005
Nazionalità: Italia

Sono di Torino. Torino è famosa per i Subsonica, è vero. Non dimentichiamoci però che Torino vanta anche una tradizione di punk hardcore coi cosiddetti controcoglioni. Ecco, i Cibo sono uno dei gruppi hardcore della mia città appartenenti al decennio passato (come gli Arsenico, del resto). Testi demenziali (se li riuscitre a seguire, visto che lo stile vocale non è esattamente dei più comprensibili, con quel misto di growl e srcream) su ritmiche serrate e uno stile musicale al limite del grindcore. In realtà mi piacciono e non so perché, visto che il grind tendo a non digerirlo. Sarà perch sono uno dei pochi gruppi che ho avuto il piacere di vedere live.

Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 6.5

Fennesz - Black Sea

Titolo: Black Sea
Artista: Fennesz
Anno di pubblicazione: 2008
Nazionalità: Austria

Di quest'album avevo ascoltato qualche pezzo distrattamente alcuni anni fa, ma non ci avevo dato molto peso. Riprendendolo dopo un certo tempo mi sono reso conto che si tratta invece di un disco davvero ben fatto, in cui momenti di sonorità dense e stratificate si alternano con grande naturalezza a passaggi distesi con una chitarra che pizzica poche note e un tappeto elettronico soffuso che non ruba la scena. Fin qui parrebbe un disco ambient abbastanza classico (al massimo un buon disco ambient ma nulla più). A piacermi in particolar modo sono i frequenti errori del software che si concretizzano in suoni che poco hanno a che fare con quanto si sta ascoltando ma che Fennesz riesce a montare in maniera tale da renderli perfettamente coerenti col resto. Al di là di tutte le spiegazioni incomprensibili, credo che valga decisamente la pena ascoltarlo.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 8

Tetsu Inoue - Ambiant Otaku

Titolo: Ambiant Otaku
Artista: Tetsu Inoue
Anno di pubblicazione: 1994
Nazionalità: Giappone

Tetsu Inoue l'avevo ascoltato solo in collaborazione con Bill Laswell e Atom Heart in un disco decisamente mediocre. Ambiant Otaku è decisamente più interessante: cinque tracce di durata compresa tra i dieci e i venti minuti di elettronica dilatata e continua in cui i vari elementi passano dall'essere semplice rumore di fondo  al primo piano per essere poi soffocati da altri brandelli di suono. La cosa risulta molto suggestiva alle mie orecchie innamorate di Tangerine Dream, Ash Ra Tempel e simili ma non posso non notare come in fin dei conti sappia un po' di già sentito. Se fosse uscito anche solo dieci anni prima sarebbe stato un lavoro eccezionale. Per essere un album del '94 è comunque un discone, ma non lo consiglierei mai ad un non appassioanto. Per dirla in breve, lo definirei la quintessenza di quell'ambient che quando lo ascolti ti fa fluttuare nel vuoto.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7.5

America Addio - Cotton Kingdom

Titolo: Cotton Kingdom
Artista: America Addio
Anno di pubblicazione: 2010
Nazionalità: ?

Chiamatela indietronica, se volete. Per me si tratta ancora e comunque di synth pop di quello che ci avevano proposto i Kraftwerk (The Man Machine) o gli Ultravox (Vienna). Non pensiate però che si tratti semplicemente di uno sterile revival: in realtà la proposta, per quanto già sentita molte volte, può vantarsi di essere perfettamente aggiornata al decennio corrente grazie ad una sensibilità indie marcata ma non eccessiva e soprattutto all'influenza notevole di drum n' bass che personalmente mi ricorda i Pendulum di Immersion (come nella conclusiva Untitled). Insomma, non esattamente un disco banale e stereotipato, anzi, ha anche una certa personalità, ma nulla che gli possa far pensare di svettare sopra altri ibridi di indie rock ed elettronica venuti prima (MGMT su tutti). Buono ma non eccezionale.
 
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 6