lunedì 11 febbraio 2013

Dead Can Dance - The Serpent's Egg

Titolo: The Serpent's Egg
Artista: Dead Can Dance
Anno di pubblicazione: 1988
Nazionale: Australia

Visto che l'anno scorso i Dead Can Dance (Lisa Gerrard e Brendan Perry) sono tornati sulle scene dopo 16 anni con Anastasis, approfittiamone. Con questo ho ascoltato solo tre dei loro album (gli altri due sono l'esordio e il bellissimo Spleen and Ideal), quindi non posso dire di averne una conoscenza particolarmente approfondita, ma mi piacciono tantissimo le atmosfere medievali che riescono ad ottenere con una strumentazione elettronica, senza contare che la voce della Gerrard è sempre un piacere da ascoltare. Quando invece è Perry a cantare i brani mi suonano meno convincenti e visto che nell'esordio i due si dividevano equamente le tracce, ecco che quello passa da momenti eccezionali come Ocean ad altri abbastanza anonimi come The Trial. In The Sepent's Egg Perry canta solo in Ulysses e in Severance, ma si inserisce molto meglio nel tessuto musicale. Le armonie vocali di Lisa Gerrard, invece, sono una garanzia. Magari non sarà il loro miglior disco, ma garantisco che vale la pena di essere ascoltato

Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7.5

Post Scriptum: a chi apprezzasse questo genere di cose non posso fare a meno di consigliare gli In the Nursery

Biohazard - Urban Discipline

Titolo: Urban Discipline
Artista: Biohazard
Anno di pubblicazione: 1992
Nazionalità: New York, USA

Avevo sentito parlare altre volte di "rapcore", ma da ex-metallaro che tutt'ora coll'hip hop ha qualche difficoltà a relazionarsi ho sempre preferito sorvolare. Certo, c'erano i Rage Against the Machine, ma non mi è mai sembrato che avessero una forte vena rap, quantunque (parola complicata messa lì perché sì) li conosca poco. Urban Discipline è un disco hip hop (e di hip hop serio, che parla di roba tosta) suonato dai Metallica (i Metallica dei tempi d'oro, non quelli di Lulu). Ascoltate per vedere quanto è vero.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7

domenica 10 febbraio 2013

Prong - Primitive Origins

Titolo: Primitive Origins
Artista: Prong
Anno di pubblicazione: 1987
Naizonalità: New York, USA

I prong fino ad oggi li conoscevo praticamente solo per due dei loro album più "alternative", vale a dire Cleansing e Prove You Wrong. Primitive Origins fu invece il loro primo EP ed è di stampo totalmente diverso: thrash metal e hardcore punk miscelati in un'ottimo disco crossover, come se gli Anthrax flirtassero coi Suicidal Tendencies (anche grazie alle tematiche socialmente impegnate). In più lo stile vocale di Tommy Victor mi ricorda parecchio quello di A.C. Wild dei Bulldozer (gruppo che vale la pena citare anche solo perché tra le migliori formazioni del metal italiano tutto). Se vi piace il genere, vale sicuramente la pena.

Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7

Alchemist - Jar of Kingdoms

Titolo: Jar of Kingdoms
Artista: Alchemist
Anno di pubblicazione: 1993
Nazionalità: Australia

Il 1993 fu un anno eufemisticamente importante per la scena death metal: tra Elements, Individual Thought Patterns e Focus, la scena più sperimentale produsse alcuni tra i suoi dischi migliori. E quanto al death metal di stampo classico, Covenant dei Morbid Angel è uno dei migliori nel suo genere. Tutta roba americana, se ben si nota. Gli Alchemist invece provenivano dall'Australia e avevano all'epoca all'attivo un unico demo, Eternal Wedlock, che si faceva notare un po' per il basso pulsante e un po' per la schizofrenia andante. Viste le premesse, Jar of Kingdom sarebbe stato un album caratterizzato da cambi di tempo repentini e poco altro (magari più vicino al mathcore dei Lethargy). Invece si tratta di un disco in cui il growl incomprensibile di Adam Agius svetta su motivetti che potrebbero benissimo stare in un album indie rock (Brumal - A View from Pluto), dove si può ascoltare una chitarra pulitissima flirtare con una altrettanto distorta mentre il basso effettato suona come un synth, in cui i cambi di ritmo possono sopraggiungere in ogni momento; un disco che in alcuni momenti suona persino swing (per quanto violentato dal death metal). Un concept album sul misticismo e l'anima come parte del tutto trasportato in un viaggio astrale che si conclude con la contemplazione di Dio(?). Prendete i Gojira di From Mars to Sirius, togliete loro ogni influenza sludge e l'ambientalismo per mettere math rock, death metal di stampo più crudo e fantascienza/olismo. Ecco, se non ci avete capito nulla avrete una idea del disco. In altre parole, ascoltatelo che ne vale la pena.

Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 8

Post Scriptum: nel '93 sono usciti anche Above the Light dei Sadist (Italia) e The Spectral Sorrow degli Edge of Sanity (Svezia). Che non si pensi che la scena death metal importante sia limitata ai soli Stati Uniti.

Dinosaur Jr. - Dinosaur

Titolo: Dinosaur
Artista: Dinosaur Jr.
Anno di pubblicazione: 1985
Nazionalità: Massachusetts, USA

I Dinosaur Jr. sono uno di quei gruppi americani piuttosto conosciuti anche in Italia, quindi non credo che abbiano bisogno di presentazioni. Dirò quindi poche cose: Mascis è uno dei miei chitarristi preferiti per come riesce ad inserire i suoi assoli in brani retti da sonorità ipnotiche e distorte (non penso però che si possa anche solo citare lo shoegaze, lo faccio sapendo di errare); questo nonostante di solito degli assoli di chitarra mi importi ben poco. In seconda istanza, Dinosaur (che fu il loro primo disco) è un disco in cui convivono in maniera molto bella momenti estremamente lirici e a momenti deprimenti (Quest) ad altri al limite dell'hardocre (Mountain Man), a volte persino nello stesso brano (Cats in a Bowl). A questo aggiungiamoci anche dei testi per niente banali (Severed Lips parla di una bambola gonfiabile ma non ha nulla di comico) e avremo un album d'esordio eccellente.

Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 7

sabato 9 febbraio 2013

Fuck - Pardon my French

Titolo: Pardon my French
Artista: Fuck
Anno di pubblicazione: 1997
Nazionalità: California, USA

Personalmente, viste le atmosfere da vaccari inserite in una musica fondamentalmente alternative, mi è venuto quasi immediato pensare ai Meat Puppets (specie a Up on the Sun). A differenziarli c'è una varietà dei pezzi davvero notevole, visto che si va dalla ballata Fuck Motel, che è la perfetta colonna sonora per un video sui cowboys di oggi alla fanfara Thoroughfare che coll'atmosfera del disco c'entra davvero ben poco. Eppure c'è e c'è pure una tromba. Accettiamolo e diamo una possibilità al disco.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 6.5

domenica 3 febbraio 2013

Kvist - For Kunsten Maa Vi Evig Vike

Titolo: For Kunsten Maa Vi Evig Vike
Artista: Kvist
Anno di pubblicazione: 1995
Nazionalità: Norvegia

Black metal di scuola norvegese. Cosa aspettarsi se non un concentrato di chitarre sferzanti, doppia cassa martellante e linee vocali disturbanti? Nulla. Infatti il disco contiene esattamente questo, reso interessante dallo scream cupissimo del cantante Tom Hagen e da una pur minima ricerca melodica che si concretizza nell'uso abbondante delle tastiere (che comunque danno un bel contrasto ai toni abrasivi della chitarra elettrica). Glaciale come solo il black scandinavo sa essere. Meno freddo di Battles in the North degli Immortal, meno melodico di Storm of the Light's Bane dei Dissection e (molto) meno variegato e sperimantale di Bergtatt degli Ulver. Questo per dare le giuste coordinate temporali. Se poi si apprezza la scena viking questo potrà essere un buon ascolto, visto che, almeno a me, ha ricordato le atmosfere di Frost degli Enslaved. Non fosse per la brutta gente che lo ascolta, il black metal andrebbe anche solo un poco rivalutato. O almeno, ascoltato senza tutti i pregiudizi del caso. Quest'ultima constatazione esula comunque dal discorso relativo all'album specifico.

Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 6.5