Titolo: Nightwing
Artista: Marduk
Anno di pubblicazione: 1998
Nazionalità: Svezia
Come i più assidui frequentatori dell'universo metal saranno, il black metal è il sottogenere che può vantarsi di avere i fan più ignoranti che esistano nonché di essere presumibilmente quello più refrattario al cambiamento (hai voglia di spiegare che Arcturus e Ulver vengono da lì). Se poi parliamo dei Marduk, allora avremo la certezza che stiamo per ascoltare un album che più old school non si può.
Nightwing è il primo capitolo di una trilogia (che prosegue con Panzer Division Marduk e La Grande Danse Macabre) che dovrebbe essere dedicata alle "grandi" tematiche del black metal: sangue, guerra e morte. Ed è appunto una marea di sangue (Bloodtide) a darci il benvenuto in un disco che dal punto della produzione è talmente grezzo che si distingue a fatica lo scream di Legion, preso tra i tremolo picking di chitarra e la doppia cassa martellante. Chiaramente il tutto suonato a una velocità infernale.
Purtuttavia, nonostante le premesse non siano affatto buone, almeno una nota positiva Nightwing ce l'ha e sono i testi, almeno un minimo più immaginifici rispetto ad altra robaccia (Bloodtide è forse la meglio costruita da questo punto di vista).
Il disco è dichiaratamente un concept album sul sangue (oltre che sull'adorazione di Satana), e visto che se si parla di sangue e orrore non si può non parlare di vampiri, ecco che nella seconda parte (da Dreams of Blood and Iron), cinque brani raccontano la storia di Vlad Tepes e la sua violenza prima nella guerra coi turchi e poi coi suoi contadini.
Insomma, un disco più che discreto per il genere. Uno degli ultimi colpi di coda del "trve" black metal. Anche perché Panzer Division Marduk è una mezza ciofeca.
Valutazione personale per chi non ha voglia di leggere: 6.5